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I PARADIGMI CONCETTUALI GENERANO DILUVI UNIVERSALI

Quasi otto miliardi di persone sul pianeta.

Risorse planetarie limitate e già superate (solo in Italia costruiamo, in cemento e asfalto, ogni due ore un’intera piazza Navona, a livello planetario utilizziamo 140 miliardi di tonnellate di minerali, metalli, combustibili fossili e biomasse ogni anno e in pochi mesi prosciughiamo quanto di nuovamente prodotto dal pianeta).

Governi insensibili alle tematiche ambientali.

Governanti molto sensibili a interessi ed opportunità economiche strettamente personali.

Economie nazionali prive di visione a medio e lungo termine e totalmente incapaci di considerare le diverse interazioni socioeconomiche extranazionali.

Potentati economici (multinazionali) in grado di orientare se non (nella maggior parte dei casi) dirigere interi stati verso finalità privatistiche, che mai coincidono con gli interessi della collettività ne tanto meno dell’ambiente, entità deputata ad accoglierci e sostentarci.

Sistemi di difesa militari in grado di distruggere l’equivalente di una ventina di pianeti Terra, in mano a capi di stato eletti da popoli con coscienze totalmente sottomesse e plagiate dai moderni sistemi di propaganda/comunicazione.

Tecnologie pervasive, in grado di rompere il naturale schema cognitivo relazionale di ogni individuo, accettate passivamente dalla maggior parte dei cittadini in cambio di una non meglio definita sicurezza e di una altresì definita interazione sociale totalmente virtuale, che produce umani sempre piu isolati e alienati.

Un mercato dell’alimentazione globale, orientato verso fini opportunistici e non verso il miglioramento della qualità di vita degli individui (essere umano + ambiente).

Multinazionali economico-finanziarie della religione in grado di sottomettere, addomesticare e orientare sia politicamente che socialmente milioni e milioni di individui di tutto il pianeta al volere di pochi potenti e facoltosi ecclesiastici, (paradossalmente) totalmente incapaci, da sempre, di intendere la spiritualità (perché finalita estranea al loro business core) e divenire opportunità di crescita spirituale per noi esseri umani.

Negozi e negozi che vendono il nulla ad esseri umani che ogni giorno continuano a circondarsi del nulla convinti che questo sia il tutto.

Medici che prima di praticare giurano il bene e che in cuor loro non sanno, nemmeno immaginano e nemmeno cercano, quale sia il bene per loro stessi.

Merci che viaggiano per chilometri e chilometri via mare e via aria e che potremmo raccogliere sotto casa ma che chi ci governa (eletto dal popolo) preferisce “movimentare” così da renderci schiavi di economie e politiche altrui, concepite in condizioni ambientali, sociali e storiche differenti e pertanto nella migliore delle ipotesi sbagliate.

Agricolture che devastano l’ambiente, che annientano in pochi lustri ecosistemi naturali in equilibrio da milioni di anni, che causano mutazioni genetiche nei nascituri, che rendono le acque venefiche e il frutto della terra mortale.

Industrie che danno da lavorare a milioni di individui e che sottraendo agli stessi la libertà di pensiero, li privano della salute del corpo e della mente. Persa ancora prima dai loro stessi datori di lavoro.

Relazioni familiari chiuse, nella maggior parte dei casi esclusive e monogame, che generano partner insoddisfatti sessualmente e sentimentalmente. Incapaci di dar luogo a discendenze in grado di concepire rapporti onesti e sinceri sia all’interno che all’esterno della famiglia. Incapaci di crescere figli amorevoli e sensibili. Incapaci di dar seguito a società belle, oneste e leali.

Esseri umani incapaci di sentire che vorrebbero parlare ma nessuno li ascolta.

[…]

Questo sopra è il nostro modello antropologico sociale di riferimento al 2018, nato in un remoto passato da una serie di eventi fortuiti selettivi, strutturato e consolidato negli anni e nei secoli, ora cristallizzato e inamovibile.

Qualsiasi società funziona allo stesso modo: il nuovo essere umano, appena concepito, strutturerà il suo impianto cognitivo e relazionale sulla base dei modelli comportamentali sociali vigenti. La famiglia avrà cura di educarlo, la scuola e la chiesa di formarlo, il datore di lavoro di addomesticarlo. Ed un giorno quando sarà pronto anche lui farà lo stesso con la propria prole. E così via ad ibitum.

Tuttavia in una situazione come questa, giunta al suo massimo livello di sclerotizzazione, totalmente irrigidita e irrecuperabile, arriva “in soccorso” qualcosa di ciclico che ritroveremo anche nei testi antichi in grado di rifluidificare il sistema, rimescolare il tutto e ridare forma ad una struttura umana immobile, permettendone  la riorganizzazione completa. Potremmo paragonare questo qualcosa ad una sorta di reset totale.

Questo “Reset Totale” potrebbe prendere il nome di “Diluvio Universale”, di “Meteorite”, di “Guerra Totale”, piuttosto che di “Pandemia”. In definitiva una qualsiasi tipologia di evento distruttivo di carattere e genere globale, di così ampia portata da considerarsi umanamente ingestibile, in grado in un lasso di tempo relativamente breve di ridurre drasticamente il numero di abitanti del pianeta, da qualche miliardo a qualche migliaio.

Tali eventi si verificano fisiologicamente e ciclicamente, raggiunti e superati i limiti “rigenerativi” del pianeta. Piu o meno direttamente, essi vengono generati dallo stesso soggetto che mette in crisi l’ecosistema: l’uomo. Ed inconsapevolmente invocati dall’uomo stesso perché incapace infine di sopportare il livello di cristallizzazione “della gabbia” di cui si veste.

In pratica, l’uomo mette le briglie a se stesso e poi nel disperato tentativo di divincolarsi, oramai incapace di usare le sue mani e il suo intelletto per farlo, perché paradigmaticamente annichilito, inizia a divincolarsi scompostamente distruggendo ogni cosa intorno a se. Ciclicamente.

E questo è l’inizio di un nuovo mondo, di un nuovo uomo e di una nuova società.

Altri paradigmi, altre relazioni, altri valori, altri significati, altre umanità. E così via per millenni fino a che la nuova società non arriverà a comprendere e rispettare la relazione tra se stessa, il pianeta e il cosmo.

 

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